La Basilica di sant’Abbondio è un luogo molto significativo dal punto di vista storico e religioso, imprescindibile riferimento per la fede cristiana nel territorio di Como e per le sue vicende sociali, architettoniche e artistiche.
Edificata sopra una precedente basilica paleocristiana del V secolo dedicata ai santi Pietro e Paolo, l’attuale forma romanica risale invece all’XI secolo. Della primitiva e più piccola basilica sono visibili poche cose: le tracce del perimetro, (evidenziate da lastre di marmo di colore nero e bianco sulla pavimentazione interna) e i resti dell’antica abside sotto l’altare. Le attuali forme sono legate alla presenza dei monaci benedettini provenienti dal nord Europa che ricostruirono l’edificio grazie a delle maestranze comasche secondo lo stile romanico e non senza influenze nordiche (esemplare in ciò la presenza delle due torri campanarie gemelle). Insieme alla basilica, i monaci costruirono anche l’adiacente monastero con il suo chiostro ancora visibile, che lungo i secoli vide diversi interventi, vicende e presenze tra cui, negli ultimi due secoli quella del Seminario diocesano e, in ultimo ed oggi, la sede comasca dell’Università Insubria. La data, pur incerta, di fondazione della basilica viene fatta risalire al giorno della sua consacrazione, il 3 giugno 1095, alla presenza di papa Urbano II che qui si fermò nel suo viaggio verso la Francia.
La struttura, su cinque navate corrispondenti ai diversi livelli della copertura a salienti. L’esterno, pur nella sua semplicità, presenta diverse decorazioni intorno alle finestre e al portale. In facciata destano curiosità le quattro semicolonne che, se oggi appaiono inutili, ci ricordano invece il portico che esse sostenevano e del quale oggi nulla resta. Lungo i secoli, infatti, la basilica ha subito diversi interventi. Il restauro ottocentesco ad opera di Serafino Balestra ha avuto il pregio di restituire al massimo grado possibile le antiche e originali forme romaniche. Negi anni 30 del secolo scorso il vescovo Alessandro Macchi consacrò la nuova mensa sotto la quale fece collocare le teche con le reliquie dei santi vescovi Abbondio, Console ed Esuperanzio. Da sempre qui sepolti, la loro presenza ci richiama ai primi secoli della comunità cristiana a Como e alla vocazione cimiteriale della basilica che, fino ad oggi, accoglie nelle sue mura la memoria dei vescovi defunti, tra cui ultimi qui sepolti il vescovo Felice Bonomini e il vescovo Teresio Ferraroni. Recente è la collocazione nella zona dell’altare della bella statua di sant’Abbondio restaurata due anni fa, opera di Tommaso Rodari è datata 1490.
Gli occhi di ogni fedele, pellegrino e turista sono attratti, più di tutto, dallo splendido ciclo di affreschi dell’abside. Opera di un autore anonimo all’inizio del XVI secolo, raffigurano in venti quadri, la vita di Cristo. In alto, le figure dei santi Pietro e Paolo, del Battista e della Vergine, affiancano il Risorto che, al centro della scena, benedice. Alzando lo sguardo, si eleva il cuore e si contemplano la bellezza e l’Amore di cui l’uomo è capace.